LIBRI DI VIAGGIO E SUI VIAGGI
SERENA BERSANI, Il giro di Bologna in 501 luoghi
“I luoghi raccontano storie. E a Bologna ogni vicolo, ogni palazzo, ogni pietra, ogni angolo di strada o di piazza ne conserva una. O centomila, stratificatesi nei secoli e nei millenni”. Incipit strepitoso. Serena Bersani ci accompagna in un triplice viaggio a cerchi concentrici come le mura di Bologna. Prima Dentro Porta, tutto il centro storico, partendo dal suo cuore, la stazione centrale, le piazze, piazzette, i palazzi incredibili coi segreti nascosti nei loro cortili interni o soffitti affrescati. E i musei, i negozi storici,
le torri. Poi, Fuori porta, altre chiese, musei, palazzi, giardini, la Fiera. Terza tappa, Nel circondario, i comuni coi quali non c’è quasi confine, come Casalecchio e San Lazzaro, poi i parchi, gli eremi, le colline che la circondano nella periferia. Il nord è l’ultima tappa, il cerchio più esterno, In Pianura a nord e Sull’Appennino a sud. Sono 501 brani brevi, meno di una pagina, che condensano sapientemente la storia del luogo, suoi aneddoti e curiosità, un libro che, nella sua semplicità, si legge d’un fiato.
STEFANO CASCAVILLA, Il dio degli incroci
Da racconto di viaggio ed esperienza in prima persona, il libro diventa così il romanzo di un protagonista inconsueto, il Genius Loci, il dio del luogo (termine coniato nel IV sec. A.C. da Servio, relatore latino, nel suo Commento all’Eneide). Un protagonista introverso e misterioso, un universo di divinità minori e maggiori adibite alla protezione dei luoghi in forza della loro utilità per l’uomo. Il primo Genius Loci citato da Cascavilla, che dà il titolo al libro, il Genio degli Incroci è emblematico: il dio che vigila il luogo in cui si incontrano persone provenienti da direzioni diverse, con lo scopo di portare armonia. Se ci riflettiamo, quante volte nella nostra vita quotidiana, attraversiamo degli incroci, stradali e non: sono incroci anche quelli fra corridoi di un ufficio, di una scuola, fra isolati. E poi le città, che in ogni cultura hanno un’origine divina: un qualche dio si è rivelato in forme diverse per suggerire il punto in cui, lui presente, era garantita la sacralità del luogo e la sua adeguatezza a costituire fondamento di una civiltà. E poi le acque, fiumi, laghi e sorgenti: quante acque minerali portano ancora sulle nostre tavole il nome di un santo o una santa dato alla sua sorgente.
PAOLO RUMIZ, Il filo infinito
Un libro introspettivo che restituisce al lettore una malinconica riflessione di un giornalista che dopo aver passato una vita di fronte al dramma della divisione, del conflitto, dell’umiliazione sociale, constata quanto ancora di quel dramma serpeggi nella nostra stessa realtà quotidiana. Rumiz è ispirato a cercare prima per se stesso, ma di certo anche in forma di proposta ben più vasta, un senso alla resistenza dell’unione Europea. E lo cerca seguendo il “filo invisibile” della rete di monasteri benedettini sparsi nel nostro continente, da Praglia a Sant’Ottilien, da Viboldone a complessi abbaziali più o meno conservati e funzionanti e tanti altri in un itinerario che con le sue parole ci viene così presentato: “Se ti prende nostalgia del cristianesimo originario, vieni in Appennino. Cerca posti come l’abbazia di Sant’Elena a Serra San quirico….o l’eremo di San Girolamo, aggrappato al Monte Cucco…l’abbazia di Santa Croce a Sassoferrato…e Sitria dai muraglioni di fortezza…il chiostro di San Biagio a Fabriano”.
PAOLO COGNETTI, Senza mai arrivare in cima
un romanzo breve, sull’esperienza di arrampicata in Himalaya. Non però il vero e proprio Tibet che, “inesorabilmente colonizzato dalla nuova Cina Capitalista, quell’antico regno di manaci, mercanti e pastori nomadi semplicemente non esisteva più”. Come regalo del suo quarantesimo compleanno, insieme ad alcuni compagni scelti, Cognetti parte per “un piccolo Tibet, in terra nepalese, sopravvissuto per qualche dimenticanza della storia”, il Dolpo e ci restituisce l’anima di quel Nepal autentico nell’essenza e soprattutto nei suoi ritmi.
GERALD DURRELL, Incontri con animali
In questo libro l’autore raccoglie, rielaborati con uno stile narrativo elegante e di gravolissima lettura i testi di una serie di trasmissioni sugli animali che aveva allestito per la BBC: attraverso una narrazione in prima persona, in uno stile ‘diario’ che gli permette di fare grande attenzione ai particolari, ai riferimenti temporali, e soprattutto di mediare tutto attraverso le sue passioni, l’autore riesce a trasmettere al lettore splendide immagini di paesaggi e di animali colti nell’originalità delle loro caratteristiche, ma anche le proprie esperienze di attesa, di affetto, di fatica, di gratificazione, dandogli l’impressione di condividere con lui viaggi ed emozioni. Quello che è al centro della narrazione è la natura nel suo ecosistema completo, fatto di animali e di ambiente. L’uomo è visto prevalentemente come un elemento che può far parte di quell’ecosistema solo se riesce a calarsi in esso senza sfruttarlo a proprio vantaggio.