Una sera nel passato: la storia di Castel Maggiore

Una sera nel passato: la storia di Castel Maggiore

Le origini del nostro Comune che da borgo si è fatto città

Per la Rassegna storica Una sera nel passato, martedì 13 novembre, Valerio Montanari ci ha accompagnato in un appassionante viaggio nel tempo, alle origini di Castel Maggiore, sviluppatosi in una zona che non era mai stata urbanizzata: poche case nel contado di Bologna che nel Medioevo era una delle città più evolute non solo d’Italia ma anche d’Europa costituivano le comunità dii Castagnolo Maggiore, Sabbiuno, Ronco, Saliceto, Bondanello e Trebbo. Per secoli questi luoghi rimasero semplici aggregati di sporadiche abitazioni di campagna.

Il primo impulso economico e sociale si ebbe alla fine del XV secolo con la costruzione dei sostegni, sorta di chiuse che regolavano il flusso del canale Navile. Quando Gozzadini, nel 1516 ottenne l’autorizzazione a dirigere un mulino nei pressi del sostegno, diede il via allo sviluppo del territorio perché il mulino divenne centro di aggregazione sociale con osterie e commerci. È da quel momento che si comincia a parlare di borghi veri e propri.

Ma il grande rinnovamento Castagnolo Maggiore lo ottenne con la famiglia Pizzardi: non era una famiglia nobile, tutt’altro; Bartolomeo Pizzardi era fattore nelle tenute delle famiglie Fioravanti e Casadio e con spirito di iniziativa e scaltrezza a poco a poco si arricchì tanto che il figlio Francesco nel 1756 potè permettersi di acquistare la tenuta di Mezzolara presso Budrio. Ma furono soprattutto figli di Francesco, Camillo e Gaetano, ad esprimere un vero talento imprenditoriale: dalla fiorente coltivazione di canapa nelle terre alte e riso nelle terre basse bonificate alla produzione di olio sia per l’alimentazione che come lubrificante. I due fratelli ebbero successo anche grazie all’invenzione di un concime organico particolarmente efficace ottenuto dalle corna e dalle unghie di animali.

Con un editto del 1817 Castagnolo divenne sede di governatorato con competenze in materia di giurisdizione civile e penale. È il momento della svolta: i Pizzardi chiesero al Papa Pio VII di cambiare il nome del paese che ricordava l’origine rurale (da Castagnolo dai castagni che un tempo erano diffusi anche in pianura, così come Saliceto da salici, e così via…) nel più prestigioso Castel Maggiore. Ed il papa, con una lettera del 3 giugno 1818, come compenso per l’imprenditorialità e la generosità dei Pizzardi grazie alle quali “Castagnolo quasi dal nulla è diventata una delle prime Comuni della provincia di Bologna”, deliberò la trasformazione del nome e la nascita del nostro Castel Maggiore.

Nel 1820 Castel Maggiore acquisì le comunità limitrofe di Sabbiuno, Ronco, Saliceto, Bondanello e Trebbo, per un totale di 3000 abitanti e nel 1833 i Pizzardi furono nominati marchesi e daranno a Bologna il primo sindaco post risorgimentale dell’Unità d’Italia.