Pollock confidential, di Onofrio Catacchio (Centauria Editore)

Pollock confidential, di Onofrio Catacchio (Centauria Editore)

Con quell’aggettivo “confidential” affiancato al nome dell’artista di cui narrare la biografia, Onofrio Catacchio ha dato alla sua Graphic Novel un’intrigante impronta spy-story. In effetti scopriamo che quello che è ritenuto uno dei massimi esponenti dell’arte contemporanea americana fu al centro di un progetto della CIA poco noto anche perché abortì prima del previsto per il sopraggiungere di altri problemi. Per dirottare l’influenza che l’allora Unione Sovietica stava esercitando culturalmente non solo sui territori sotto il suo dominio ma anche su quelli del fronte occidentale, “i vertici della CIA attuano un piano segreto destinato a promuovere l’espressionismo astratto e l’arte contemporanea americana“, il cui nome in codice fu Guinzaglio Lungo: “Dobbiamo dimostrare che gli Stati Uniti sono il paese della libertà e non pongono limiti a ciò che un artista vuole esprimere“. E Pollock viene inserito in questo piano, a sua insaputa.

Sfumando di romanzo la biografia dell’artista, Catacchio introduce un solo personaggio frutto d’invenzione ma assolutamente verosimile, Dan Adkins, voce narrante della storia, che sotto la copertura di scrittore in cerca di un luogo appartato per scrivere avvicina Pollock, lo conosce profondamente e ce lo racconta.

Dai suoi ricordi emerge un carattere chiuso, introverso, ombroso, tormentato. La storia, nella forma più classica del fumetto, alterne scene di dialogo diretto a scene con riquadro di narrazione esterna.

Pollock terrà tutta la vita dentro di sé quella spazialità immensa dei territori dai quali proveniva ed i disegni di Catacchio rendono in modo perfetto questa prospettiva. Anche negli interni, anche nelle scene di città, l’autore riesce a far percepire un respiro ampio, un’assenza di confini: una finestra sullo sfondo, una parete luminosa, un riflesso, un punto di fuga centrale, liberano lo sguardo oltre la scena tangibile, verso un ideale lontano. Ombre e luci contrastano continuamente per richiamare la personalità cupa e tormentata del protagonista. Nel 1950, un fotografo gli chiede di poterlo riprendere mentre lavora. Pollock accetta: “Vuole dimostrare di avere il completo controllo su una tecnica di pittura che può apparire dominata dal caso” e ne scaturisce un documentario nel quale l’artista stesso si descrive. I testi sono stati utilizzati in questa biografia, Catacchio sottolinea che “Tutte le parole pronunciate da Pollock nel racconto sono sue”.

Le ultime pagine, viste dall’alto, mostrano l’artista, in varie posizioni mentre dipinge alla sua bizzarra e incontenibile maniera. Sembra voler dipingere l’intero mondo.