Storie per sette sere, di Silvia Angelini (Giraldi Editore)

Storie per sette sere, di Silvia Angelini (Giraldi Editore)

Quando una maestra ha voglia ed entusiasmo per scrivere fiabe per i suoi alunni, si scoprono le infinite possibilità che la fantasia tiene aperte per questo genere antico e inesauribile. Silvia Angelini, bolognese, insegnante di Scuola dell’Infanzia, ha scritto sette fiabe, collegate fra loro da un delizioso fil rouge: il dialogo fra padre narrante e bimbo ascoltatore. Ma il bimbo è tutt’altro che un ascoltatore passivo: ha le sue pretese, i suoi gusti, le sue aspettative e pone pertanto dei vincoli ben precisi: “una storia come quelle vecchie ma che sia nuova” e poi “senza principi e nozze” e via via con nuove richieste dettate dalle storie ascoltate. Proprio le condizioni poste dal piccolo ascoltatore di oggi dimostrano come le fiabe siano per certi aspetti ancora capaci di suggestionare con le loro atmosfere più tradizionali ma per altri anche in grado di evolversi, adattarsi a nuove ambientazioni e trovare spunti dalle cose più vicine a noi e valorizzare ciò che tanto spesso diamo per banale.

Così il papà paziente e molto fantasioso comincia a raccontare La Figlia del Vento, dove protagonista è Aura, figlia del Vento nascosta alla nascita per la profezia che avrebbe visto i figli nati da lei e dal Sole limitare il potere del nonno. Luce, la sorella, è l’aiutante che interviene a liberarla dalla sua prigione, per farle vedere il resto del mondo, accompagnata dai fratelli Bora e Austro ed ovviamente, poichè, come accade sempre nelle profezie, “chi la riceve, per evitarla fa tutto quello di più sbagliato che esista, così si avvera”.

Anche la seconda fiaba, Gocciolina, è nuova e sorprendente per il piccolo ascoltatore che non avrebbe mai pensato che una fiaba con una goccia d’acqua come protagonista potesse essere interessante. Così come non aveva mai fatto caso che quella nuvola bianca in cielo fosse speciale. Attirando la sua attenzione con Stilla, la gocciolina che viveva su quella nuvola, il padre ottiene di far osservare al figlio il mondo con occhi diversi, più attenti ai particolari. Come Stilla stessa, che intraprende un viaggio per il mondo alla ricerca di colori, scontenta della sua trasparenza. Ma si ricrederà nello scoprire la bellezza di chi può assumere colori diversi a seconda, riflettendo l’essenza degli altri

Da una goccia d’acqua a Le Nuvole, protagoniste della terza fiaba, che il papà inventa sulla nuova condizione posta dal bambino: che ci sia più “movimento, cambiamenti improvvisi, avventura”. Ancora una volta lo sorprende nel creare una storia movimentata partendo dalle nuvole cangianti, da leggiadre quando sono cirri a spaventose quado sono nembi, ed offrendo materia per una fiaba dall’intreccio classico ma rivestita di nuovo.

La richiesta del bimbo di una favola con protagonisti che siano più stanziali delle nuvole, “una favola di fiori”, dimostra davvero una fantasia originale capace di trasferire lo schema classico della favola greco-romana dal regno animale a quello vegetale. Ed il padre, altrettanto ricco di fantasia, inventa la quarta fiaba, La Città dei Fiori, dove ancora una volta troviamo le ambientazioni care all’autrice, quelle tratte dalla natura che ci circonda. L’ambientazione di contrasto fra città alta in cui vivono i privilegiati e città bassa in cui vivono gli umili fiori di campo, è frequente nella simbologia delle fiabe d’autore che cercano di ricreare una conflittualità di classe per denunciarne l’assurdità.

Quando il piccolo ascoltatore chiede una storia in cui protagonista sia una principessa cattiva, nasce uno scambio di condizioni davvero interessante:

“Possiamo parlare di una principessa cattiva, ma dopo dobbiamo punirla” dice il padre.
“E noi la puniamo!”
“Ma le fiabe debbono finire bene!”
“E tu falla finire bene…”
“Ma se debbo punire, come faccio a ricompensare?”
“Provaci…”

È stupefacentemente emblematico. Ancora una volta le fiabe, con la potenza della metafora, possono spiegare il paradosso delle punizioni costruttive e non distruttive. Ne La Porta della Vita (bellissimo titolo che riecheggia miti orientali), Malena è effettivamente una principessa nervosa e insofferente che un bel giorno…lasciamo il piacere di scoprire insieme a lei una nuova prospettiva delle cose.