Arbor Poetica, a cura di Diana Battaggia e Salvatore Contessini (LietoColle)

Arbor Poetica, a cura di Diana Battaggia e Salvatore Contessini (LietoColle)

Il libro, una splendida silloge di ottanta poesie, è l’output di un concorso internazionale di poesia sul tema dell’albero al quale hanno partecipato  circa 170 autori con oltre 300 componimenti. Protagonista assoluto è l’albero, ritratto dall’obiettivo fotografico di Stefano De Francisci in svariate prospettive, ambientazioni, stagioni, ore del giorno, località. Sono immagini profondamente suggestive, uniche nel dettaglio nel quale il fotografo le ha realizzate. Multicolori, mono- o bicromatiche, tristi, liete, hanno ispirato componimenti di ogni tipo: nonostante la linea guida del soggetto sono incredibilmente tutti molto diversi fra loro
I curatori le hanno distribuite in cinque parti:
1- La giuria per l’albero
2- Le poesie premiate
3- Elegia nel colore esitante
4- Tumulto di una cronaca di segni
5- Tracce delle mie trame
Ognuna delle sezioni è preceduta da alcune foto, così da accendere la stessa atmosfera suggestiva che ha ispirato gli autori. 
L’io che per sua natura permea le poesie si accompagna qui all’essenza della natura espressa in una foglia, in ramo, in un fiore, nella chioma o nell’albero intero, cogliendo e valorizzando il respiro della natura, la forza intrinseca, la resilienza, l’immanenza e la perennità.

I ricordi riposano
come abeti addormentati
con gli aghi reclinati sui rami
incapaci di ferire l’aria
dolenti e rassegnati
in un sonno che ha perduto il cielo
Manuela d’Alessandro

Io sono nato di erba e di vento
polvere, luce e incanto. Mi nutre l’acqua,
nella terra mi calpesta l’uomo.
Rifugio di uccelli e dei vostri pensieri
Claudia Calamita

Sono il
tessitore
instancabile
di nuvole e spazi…
Nei miei rami-trama
nasce un
ordito di foglia,
di vento flessibile.
Spola
del mio telaio –
legno e slancio –
radici in movimento,
e prepotente linfa.
Tullia Ranieri

Rami spigolosi e scarni
cercano l’azzurro del giorno
sepolto sotto coltri d’oblio.
Claudia Piccinno

Verde navata aperta
meta e percorso
dove lo sguardo innervato
dalla divina geometria vegetale
punta dritto sull’infinito
e si riconosce
sacerote e dio
di libertà
tra le vive colonne
della sua cattedrale.
Ivana Tanzi