Io non mi trucco, di Simona Cantelmi (Les Flâneurs)
Questo libro è una lettura fresca e piacevole, un romanzo in cui si raccontano le storie di quattro amiche, la loro quotidianità nel lavoro e nei rapporti con gli altri. Sono ragazze moderne e indipendenti le cui vite si intrecciano con risvolti legati ai sentimenti che inquadrano anche dinamiche sociali in cui sono coinvolte, dal lavoro precario al peso di una famiglia, all’identità sessuale… L’agile scrittura ne rende la lettura fluida e permette di immergersi fin dalle prime pagine in questo mondo femminile fatto di aspirazioni e speranze. Le situazioni sono spesso complesse ma raccontate con delicatezza, ironia e positività acquistano una leggerezza che si fa empatia e regala momenti di identificazione e suggestione. Nei vari capitoli si esplorano solitudini, tre solitudini e mezzo perché solo una delle giovani è pienamente appagata come donna, moglie e madre.
Tamìla, Sara, Valeria e Betty sono le giovani donne che vivono realtà esistenziali diverse ma parecchie condizioni le accomunano. Hanno trent’anni e vanno verso i quaranta con la voglia di un futuro sicuro, capace di dare stabilità alle loro vite come per ora ha saputo fare solo una di loro, Tamila, che è di origine russa, ha una famiglia impegnativa, un marito che ama da cui è ricambiatissima e come unico cruccio una grande nostalgia del suo paese. Sara ha un passato da ballerina, un presente di incompatibilità familiare e un futuro da ragazza madre. C’è poi Valeria, donna in carriera che inciampa in un tranello sentimentale cedendo al fascino di un uomo sposato e infine Betty che ama la fotografia e scopre inaspettatamente di amare una ragazza. E’ gradevole entrare nei loro ambienti e nei loro armadi scoprendo croci e delizie dell’età, il mondo al femminile in cui si muovono, corrono, lavorano, soffrono e amano. Le quattro amiche sono molto diverse l’una dall’altra ma legate da un’amicizia antica o nuova che diventa sostegno e aiuto concreto quando qualcuna di loro attraversa un periodo di particolare fragilità . E qui di fragilità ne emergono parecchie, per lo più a livello affettivo, ma c’è un rifugio sicuro: quel ritrovarsi tra amiche, raccontarsi le cadute, i momenti difficili stemperando così un presente negativo e ritrovando la voglia di andare avanti.
Ne escono piacevolissimi siparietti nei loro dialoghi o quando si ritrovano nelle allegre cene mettendo da parte i problemi personali e allora è tutto uno sventolare di tegami e pentole… che ti aspetti siano in mano a una delle ragazze italiane. E invece no, la cuoca è la ragazza russa, sempre materna e accogliente che sa quanto siano utili questi momenti di condivisione. E’ davvero importantissimo per ognuna di loro trovare il tempo per sorridere, perché sarà proprio questo che le aiuterà nei momenti bui a tornare a vedere la vita a colori.
Le pagine del libro fanno luce sul mondo femminile e possono sicuramente interessare anche i ragazzi; il mondo maschile che sta sullo sfondo è tratteggiato in modo sintetico ma compiuto e agli uomini questa lettura potrà far capire meglio l’universo femminile. ll romanzo sottolinea come ogni esistenza sia condizionata dal rapporto con l’altro, con gli altri. Sono relazioni in grado di modificare problematiche che impongono scelte precise. E allora, come devono procedere? Magari confidandosi con chi le conosce bene nei pregi e nei difetti quando sarà necessario prendere decisioni importanti che indubbiamente incideranno sulle loro vite, scelte che faticano a valutare da sole ed ecco che l’ aiuto viene fornito dal consiglio delle amiche e qui si innestano percorsi di legami e sentimenti dai quali emerge lo spessore della vera l’amicizia. Le quattro amiche sono molto unite, sanno capirsi, aiutarsi , sostenersi, essere angeli custodi l’una dell’altra. Accanto alle fragilità emerge la forza sorretta da un rapporto di solidarietà e reciproco aiuto, quella che con una parola recente nata all’interno dei movimenti femministi, è sorellanza e sta a indicare sentimenti di reciproca solidarietà fra donne, una sorta di rete di sostegno, un’ancora di salvataggio a cui aggrapparsi quando si rischia di cadere troppo giù.
C’è in queste pagine un elogio dell’amicizia ma anche della vita di cui è necessario accogliere i lati positivi e quelli negativi, un elogio alla forza delle donne, alle loro emozioni, armonie, dubbi e vulnerabilità, un elogio alla capacità di rialzarsi reinventandosi la vita. Anche con scelte coraggiose e non scontate.
Un consiglio alla scrittrice: sarebbe necessario continuare la storia delle avventure e vicissitudini di queste quattro amiche, i lettori conosceranno volentieri gli sviluppi delle loro storie sentimentali e umane perché la lettura le ha fatte diventare anche nostre amiche e siamo curiosi di sapere quali strade prenderanno le loro vite.