Tutti i colori tranne uno, di Luca Ammirati (Sperling & Kupfer)
Rosso, nostalgia, rabbia, tradimento, dolcezza, riscoperta, accettazione: sono le parole chiave dell’ultimo romanzo di Luca Ammirati, “Tutti i colori tranne uno”, edizioni Sperling & Kupfer. Una storia di sentimenti, forti e delicati, con tocchi di struggente dolcezza.
Il rosso è il colore che Damiano, il quarantenne protagonista, non può percepire perché daltonico; è il colore del Rossese, il vino DOC che la sua famiglia produce da un vitigno arrivato dal sud della Francia a Dolceacqua, l’incantevole paese del Ponente Ligure in cui Damiano è nato, reso immortale da Claude Monet; è il colore delle passioni, delle emozioni e degli slanci vitali, che si è ripromesso di rifuggire dopo dolorosi tradimenti, subiti e inferti. La mancanza fisica da cui si sente segnato, scoperta in modo traumatico nell’infanzia, lo fa sentire inadeguato e come tale si è comportato: ha tradito le aspettative della madre e della sorella, dell’amico fraterno e della ragazza che lo amava. Ha reciso ogni legame abbandonando tutti, anche il padre, il suo eroe. Si è trasferito a Milano, convinto che bastassero i chilometri a fargli dimenticare “le michette e le crocette servite a merenda, le risate di mia sorella e le dita impiastricciate di zucchero, le vendemmie a cui ho partecipato da ragazzino, il secchio sulle spalle che si riempiva d’uva e io che soffrivo come se stessi trasportando uno zaino di macigni, le cene in cui ripulivo il sugo nel piatto facendo scarpetta con il pane.”
Quando la vita lo richiama nel paese natio lo costringe a prendere consapevolezza del legame indissolubile con quelle radici che ha tentato invano di strappare. “Mi accorgo di non avere dimenticato questo posto. Mi domando se non sia stato lui a scordarsi di me, ora che sono qui e non ho niente a cui appartenere.”
Il ritorno a Dolceacqua, pervaso dalla nostalgia e dal rimpianto per quello a cui ha rinunciato, scioglie a poco a poco la rabbia e i sensi di colpa in cui si era congelato. Le verità inaspettate che scopre gli rendono sempre piu’ difficile mantenere i vecchi propositi: “Ci dicono che dobbiamo accettare i lutti, le sconfitte, i momenti difficili. Io non voglio dover accettare niente, è il mio modo di restare a galla. Accettare equivale a subire”.
Scoprirà che può finalmente accettarsi ed essere se stesso, “tra l’ombra di un’assenza e la luce di un affetto” e farà sue le parole del padre: “Alla fine le persone sono tutto quello che abbiamo. La famiglia, gli amici, gli amori. Riuscire a stare insieme, tenere uniti i pezzi quando le cose rischiano di frantumarsi, questa è la vera magia”.