Il solstizio dei sentieri, di Cinzia Demi (Cartacanta edizioni)
Una raccolta di liriche scandite in sei differenti sezioni e introdotte in exergo da citazioni letterarie che preludono alla tematica trattata. Vediamo brevemente le sezioni per meglio decifrare la testimonianza poetica di Cinzia Demi in quest’ultima sua opera.
Decalogo dell’abbandono è la prima, ci sono versi dedicati alle vittime di femminicidio e alla violenza. Non è un caso che la parola scarpe nelle varie accezioni e declinazioni sia ripetuta 11 volte in questa prima sezione, così come frequenti sono le immagini relative alla caduta e all’inciampo, che alludono all’ imbarbarimento delle relazioni interpersonali cui assistiamo quotidianamente. Siamo in piena emergenza educativa, manca il rispetto, manca l’ascolto, manca ogni tipo di empatia. I componimenti alludono anche ad episodi di cronaca e si evincono da alcune immagini molto crude quali il legno dell’ipocrisia o la madre che lancia il suo bambino oltre il filo spinato. Eppure ci sono versi che rincuorano anche in questa sezione, laddove la natura partecipa del dolore della donna e gli alberi , gli uccelli e gli insetti insieme le intimano di alzarsi perché “per questo gioco da nulla non serve cadere”. Traspare costante il richiamo all’amor proprio e alla dignità, l’autrice invita ogni donna a fare affidamento sul “proprio passo”.
Precariato è la seconda sezione, qui la Nostra si interroga sulla passione e sull’amore, cedendo al fascino dell’irrazionale. Mi sorprende l’esplosione di luce che si respira in questi componimenti; ci sono numerose figure di stile che definiscono la passione: che si aggrappa come glicine allo stelo e consacra ogni gesto alla luce,.. venne in un alba d’estate, è abitato da furie e ombre, ha per liturgia un’aurora amica, fa stringere gli amanti a quel bozzolo di luce e ancora è orma che ridisegna il giorno ,si presenta nella fioritura del mattino, si sporge dalla feritoia si rivela nel candore di un anemone, esonda come rugiada di siepe dopo il temporale
Sudario c’introduce ai concetti cristologici e alla visione di fede dell’autrice.
Il mare rappresenta l’infinito, ed è il mare la parola che ricorre più spesso in questa sezione come quadro variegato sull’amore il mistero che accoglie lo stupore esagerato.
Ma c’è anche il cielo e la rondine che lo scruta , la rondine testimone del fluttuare della marea, e le braccia azzurrate che accolgono l’autrice a ogni cambio d’umore e bagnano il suo sudario, stanno lì come testimonianza muta eppur partecipe.
Labirinto in cui i dilemmi della mente hanno la meglio sui battiti del cuore . Ricorre spesso la parola labirinto ed è metafora di una ricerca della propria direzione, si cerca l’equilibrio tra silenzio e rumore, tra afasia e respiro …sono liriche probabilmente scritte nella fase pandemica perché si sente la ricerca spasmodica di movimento, si cerca la via di uscita da questa “parte di vita appesa“.
La sezione Peccato come metafora delle nostre eterne insoddisfazioni e di questa società sempre in cerca dell’apparire. Raccoglie liriche in cui si allude alla caduta come vittoria dell’istinto e si vede nel peccato la violazione della ragione, e se ciò fosse una strategia del cielo per portare l’essere umano al pentimento e dunque alla riflessione sui propri errori ?
Infine la sezione dedicata al Sogno che appartiene a tutte le età della nostra vita eppure è costretto spesso a cedere il passo alla realtà. Quando finirà questo stato di profuga del reale quando potrei tornare al soffio della vita… Per concludere nell’ultima pagina che forse la via è già segnata nascosta dalla nevicata di stanotte come a dire che soltanto nell’ultimo tratto della nostra vita arriveremo a possedere la consapevolezza di quello che è stato il nostro cammino e che probabilmente non poteva essere altrimenti.
Ecco infine cosa accomuna le sei sezioni di questo libro: la consapevolezza che ciò che è stato aveva un suo perché, soltanto percorrendo pienamente il proprio tempo si potrà giungere a conoscere la propria anima, frutto di un continuo interagire tra cuore e mente. Altra costante in questa raccolta è la presenza della natura che accompagna la Nostra coi suoi ritmi, coi fenomeni della stagionalità e con i mille colori, nella tensione empatica per una sana interazione tra l’io e gli altri.