Compagni di futuro, di Maria Beatrice Masella

Compagni di futuro, di Maria Beatrice Masella

La storia è ambientata a Bologna, negli anni di piombo, a partire dall’11 marzo 1977, giorno dell’uccisione da parte delle forze dell’ordine dello studente di medicina Francesco Lorusso, militante delle forze di estrema sinistra, fino al 2 agosto 1980, passando per il rapimento e uccisione di Moro: anni difficili, carichi di tensione, incertezza, paura diffusa, fermenti rivoluzionari, contrasti politici e sociali. Giovani studenti che cercano di esprimere il proprio disagio, le proprie aspettative, le proprie speranze attraverso comizi vivono in uno stato di costante timore di essere arrestati. C’è come un’ombra su di loro, che incombe: basta un passo falso, una parola equivoca, un incontro ambiguo, un trovarsi nel momento sbagliato nel posto sbagliato per diventare istantaneamente un fuorilegge ed essere arrestato. È quello che succede a Dario, il ragazzo di Ro’, la protagonista io narrante della storia. Ro’ svolge il nastro dell’ultimo anno, risalendo a quel 11 marzo 1977 che sembra appartenere ad un’altra vita, raccontando l’inizio della sua storia con Dario e della sua amicizia con Luisa, due persone profondamente significative ed essenziali, due persone che rappresentano due colonne della sua vita quotidiana, alle quali si aggrappa in modo diverso e per motivi diversi. Dario è l’amore, la passione, la condivisione di ragionamenti e aspettative di futuro. Luisa è la complicità, il conforto, la condivisione di sensazioni. Dario è l’apertura al mondo, Luisa il rifugio sicuro. Ro’ sembra faticare a stare dietro alla frenesia intellettuale di quel periodo. Sente il peso di una politica imposta anzi, quel che è peggio, di un pensiero filosofico-sociale imposto che è qualcosa di più profondo e di più penetrante della mera politica: “In Italia non si può più dire niente che sia fuori dal coro, sembra che fai il tifo per i terroristi”.

Quella prepotenza psicologica che si è abbattuta come un’incudine sulla loro giovinezza li ha cambiati, li ha sfiniti. Tutti loro, anche se con esperienze diverse, escono da quegli anni come rintronati, confusi, indeboliti. Solo Ro’ invece vive due esperienze che l’aiutano a prendere le distanze dalla palude psicologica nella quale stava affogando e a vedere le cose con più chiarezza: “E se fossimo noi gli uomini e le donne del futuro, noi che lottiamo fra mille conflitti perché rifiutiamo il mondo in cui viviamo e crediamo di poterne costruire uno migliore?”.