Giro di vite, di Henry James

Giro di vite, di Henry James

Con lo stile raffinato e scorrevole che lo caratterizza, Henry James traccia una storia che si inserisce nel filone di letteratura ‘gotica’ anche se l’ambientazione non è medievale ma contemporanea all’autore. Tuttavia l’elemento del soprannaturale, dello spettro persecutore che si aggira nel castello è tipico di quel genere. Anche la cornice narrativa che racchiude la storia come una rievocazione fatta da un io narrante maschile agli amici la notte di Natale si ritrova in altre storie sullo stesso tema (ad esempio “Storie di fantasmi” di Jerome K. Jerome).

La protagonista del romanzo, io narrante femminile, è la giovane miss Giddens, che viene assunta come istitutrice dei piccoli nipoti da un uomo di grande fascino al quale risulta impossibile negare la propria accettazione nonostante l’aura di mistero che avvolge l’incarico. Giunta nel castello fuori città, fa la conoscenza della governante, la signora Grose, che fino a quel momento si era occupata dei bambini. Fra le due nasce fin da subito una istintiva confidenza che le porta a confrontarsi sui misteri che sembrano avvolgere il castello e i due bambini, Miles e Flora. Il contrasto tra l’aspetto di bellezza, dolcezza, innocenza, purezza che li caratterizza ed eventi strani e misteriosi che li circondano crea un effetto di suspense molto profondo. James giocherà su questa contrapposizione di luce e ombra per tutto il romanzo, mantenendo così una sorta di indecisione sulla realtà degli episodi soprannaturali che ben presto l’istitutrice scopre.

A mano a mano che miss Giddens si cala nel ruolo di sorvegliante, Miles e Flora, da quella sorta di creature perfette che erano state descritte all’inizio, capaci di inspirare in chi aveva a che fare con loro solo amore e tenerezza, acquistano una personalità sempre più decisa e ribelle: “Non è che siano buoni: sono semplicemente assenti da quanto li circonda. Finora è stato facile vivere con loro, soltanto perché stanno vivendo una loro vita propria. Non sono miei e nemmeno vostri. Sono di proprietà di ‘lui’ e di ‘lei’”. Miles comincia a parlare con l’istitutrice in modo sempre più maturo, acquisendo atteggiamenti quasi da adulto e richiedendo libertà d’azione e autonomia; Flora, più piccola, esprime il proprio senso di oppressione con un capovolgimento di atteggiamento, chiudendosi a lei, respingendola, trasformando in odio quello che all’inizio sembrava affetto. Miss Giddens rimane tuttavia ferma nella sua intenzione di proteggere i due bambini finchè essi non danno un…giro di vite…