Indimondi e Navigadour, i laboratori di scrittura collettiva di Bologna, curati da Gianni Cascone

Indimondi e Navigadour, i laboratori di scrittura collettiva di Bologna, curati da Gianni Cascone

Nell’ambito di Scrivere Insieme, serata dedicata ogni anno alla scrittura collettiva, il 25 gennaio 2019 abbiamo ospitato i due laboratori bolognesi di Gianni Cascone, Indimondi e Navigadour, il primo proveniente da San Lazzaro, comune nell’immediata periferia sudorientale di Bologna e il secondo proveniente dal Navile, quartiere fuori mura di Bologna.

Innanzitutto, perchè la scrittura collettiva? Perchè non più solo lo scrittore geniale e solitario?
Da tempo ci manca il legame culturale del “narrare insieme”: i popoli antichi avevano i loro miti, i poemi epici, le saghe popolari, che davano unità e rafforzavano i legami intergenerazionali. La scrittura collettiva può essere un modo di recuperare questa forma di cultura aggregatrice.

Com’è possibile, si chiedevano gli ascoltatori, rimbalzando poi immediatamente la domanda agli scrittori, com’è possibile scrivere un romanzo a più mani? Addirittura a quattordici, sedici mani?
Come in una partita di basket, è stata la felice similutidine proposta da Giovanni Cozza, dove due compagni di squadra che giocano da anni insieme non hanno bisogno di guardarsi per passarsi la palla: ciascuno dei due sa esattamente dove sarà l’altro in un certo momento dell’azione e, tranquillamente, senza cercarlo, gli passerà la palla che verrà afferrata prontamente. E’ la stessa cosa per la scrittura collettiva. Ci si passano ambienti, personaggi, situazioni, azioni; ciascuno può lasciare la penna all’altro sicuro che sarà presa ed usata in modo coerente ed efficace. Ed è davvero così.

Il romanzo presentato da Indimondi, “Quartetto di piombo per Margherita“, edito da Giraldi, è assolutamente perfetto nella coesione stilistica, nella concezione della trama e nella rappresentazione dei personaggi.

Diversa per natura, la raccolta di racconti di Navigadour, “Il Navile. Immaginario di città” sempre pubblicato da Giraldi, esprime comunque quell’unità di ispirazione e proiezione emotiva che contraddistingue normalmente le raccolte di racconti di un unico autore.

E’ quasi un bene che in Italia, a differenza di altri contesti europei, le Università non comprendano ancora scuole ufficiali di scrittura collettiva; in questo modo, i laboratori che si stanno formando numerosi in questi anni – Gianni Cascone è stato un pioniere del fenomeno nei primi anni ’90 – esprimono efficacemente uno slancio autonomo e sincero.

I rappresentanti di Indimondi e Navigadour sono stati potenti trasmettitori di questo slancio, comunicando il loro entusiasmo per questa esperienza, il piacere di ritrovarsi settimanalmente per presentare le proprie scritture, leggere, scrivere, ascoltare, crescere. Non c’è mai un mero giudizio di gusto, perchè sarebbe fine a se stesso. Tutti sono accettati per quello che sanno dare con la propria scrittura perchè nessuno è per natura incapace di scrivere qualcosa di buono: “La cosa peggiore che uno scrive è sicuramente la migliore di tutte quelle che non ha scritto“.

Più volte nella serata, gli autori si sono paragonati ad un treno, non un treno moderno ad alta velocità, ma un antico treno a vapore, come forse oggi sopravvivono ancora in Africa o in India, un treno che procede lentamente e con costanza, sul quale si può salire vedendolo passare, o si può scendere durante il viaggio, magari definitivamente, magari, invece, solo per un po’, per poi risalirvi quando sarà di nuovo il momento giusto.