Cuori di carta, di Elisa Puricelli Guerra
I due protagonisti della storia si conoscono in biblioteca ma senza incontrarsi: lei, quindicenne sola, triste, sconfortata, annoiata, un giorno lascia un biglietto dentro un libro di Kipling, Puck il folletto, come una traccia per uno speciale cercatori di tesori. Quel cercatore è un altro quindicenne che, per caso o per destino, trova il biglietto e lascia nel libro una risposta. Lo scambio prosegue, biglietto dopo biglietto, facendo germogliare una conoscenza reciproca a poco a poco. Stipulano però subito un patto: non presentarsi col loro vero nome e soprattutto non incontrarsi mai, accordandosi su orari diversi – ore pari per lei e ore dispari per lui – in cui andare in biblioteca. Stabiliscono inoltre di usare nomi fittizi, per sé e per i propri amici che, inevitabilmente, entrano presto a far parte del loro mondo epistolare: loro saranno Una e Dan, i due protagonisti di Puck il folletto.
La loro amicizia, rinforzandosi sempre più, trasmette loro vigore ed accende una luce di curiosità, attesa, voglia di cambiamento. Dan è più attivo, grazie soprattutto agli stimoli ricevuti dai suoi amici, soprattutto da Aramis, chiuso, introverso, coraggioso e fidato. Una, più rigida nella sua solitudine e diffidenza, si apre lentamente a nuove prospettive attraverso la lettura delle avventure di Dan. Per lui, però, rappresenta a sua volta, il fuoco che produce e rinnova l’energia del ragazzo: “Il mio cuore è di carta, perché è così fragile che tutto lo minaccia. Può essere stracciato, accartocciato, bruciato, buttato nel cestino, fatto in piccolissimi pezzi, volar via – Anche il mio cuore è di carta, Una. Ma la cosa bella è che tu stai raccogliendo i pezzi a uno a uno e poi li incolli facendo combaciare gli angoli storti e i punti che sembrano non potersi unire e i pezzi dello stesso colore che non si sa mai dove vanno”.
A poco a poco il lettore si rende conto che la biblioteca nella quale i ragazzi si trovano non è quella di una scuola normale, ma di un particolare istituto di recupero per ragazzi che hanno avuto traumi adolescenziali dove, con una cura speciale, si mira a far dimenticare loro la sofferenza subita. E se all’inizio ciascuno era solo con il proprio disagio, nel momento in cui si scoprono e si attaccano sempre più l’una all’altro, i due ragazzi non vogliono più dimenticare, anzi sono terrorizzati dal pensiero che il successo della cura li priverà del ricordo del loro rapporto. Il legame che hanno stretto fra loro è diventato così forte da poter distruggere l’antico dolore con il suo superamento, non con il suo cancellamento: “Forse per crescere bisogna ricordare…Il nostro passato ci rende come sia adesso”.
Quell’istituto però nasconde qualcosa di ancora più angosciante e disumano, qualcosa che minaccia i due protagonisti e i loro compagni, dal quale dovranno liberarsi con le proprie forze.
Bellissimo e sconvolgente libro sulla libertà dei ragazzi di crescere se stessi e non il ritratto che di loro si sono fatti in sé i genitori. Un libro sulla forza di superare i traumi adolescenziali, sulla capacità di riconoscere grandi amicizie e, soprattutto, sulla dote di vedere oltre le apparenze, oltre il sensibile.