Il fumetto tra due generazioni

Il fumetto tra due generazioni

Dalla presentazione del libro Stelle a strisce di Sergio Rossi (24/05/2019 nell’ambito della rassegna Incontri con l’Autore 2018-2019)

Sergio Rossi, nato nel 1971, appartiene alla generazione che si è trovata in un felice momento storico, quello nel quale si cominciavano a godere i frutti della ripresa dopo la devastazione bellica. I ragazzi degli anni ’70-’80 trovarono nei fumetti – e, successivamente, nei cartoni animati giapponesi, purtroppo tanto infangati – sogni di grandezza nuovi, che non erano appartenuti alla generazione precedenti: i robot, la fantascienza, i super poteri, auto spettacolari. Prodotti americani che hanno contribuito alla divulgazione del mito “stelle a strisce” perché quei fumetti (e quei cartoni giapponesi) consentivano di immaginare un futuro innovativo e avventuroso. Ovvio che la generazione precedente vi si sia opposta; non era una visione che, data l’età ed il backgroud, potesse condividere: “Era considerato nella migliore delle ipotsi una lettura per bambini e nella peggiore un ‘non genere letterario’”. I fumetti e i cartoni giapponesi hanno costituito in Italia la barriera che la nuova generazione ha sollevato fra sé e la precedente; ma è inevitabile che una generazione alzi una barriera a dividerla da quella precedente, perché ha bisogno degli spazi nei quali costruirsi personalmente e può farlo, liberamente ed efficacemente, solo distinguendosi. Anche oggi, la generazione dei Millennials (anni ’90-2000) ha eretto una barriera per difendere il proprio mondo dall’incomprensione dei genitori: è il mondo dei videogiochi e degli smartphone. E come i nostri genitori non capivano, contrastavano, temevano il mondo dei fumetti americani e dei cartoni giapponesi, così noi non capiamo, temiamo e quindi contrastiamo il mondo dei videogiochi e degli smartphone. Ma sono gli accavallamenti ineluttabili di cultura. Il mondo si evolve anche in questo modo.