Questo libro non esiste, di Marilù Oliva (Elliot)

Questo libro non esiste, di Marilù Oliva (Elliot)

Affascinante e travolgente lettura! Attorno ad un omicidio si svolge una trama originale frutto della compresenza di vari fili conduttori: il conflitto interiore che segna, dall’infanzia, il protagonista Mathias Onaru – narrante interno in prima persona -, il suo rapporto con l’attuale compagna, Luce, il Miguel, il bar centro di incontri, di confidenze, di relazioni sociali, di rapporti di lavoro, nel quale “i libri sono il leit-motiv voluto dal proprietario: disseminati ovunque, logori o nuovissimi, con pagine strappate, sottolineate, con dedica dell’autore, deposti sulle mensole, sui tavoli, perfino a terra, dove non di rafo capita di inciamparci, essi conferiscono al rifugio un sentore da antica biblioteca”; altro filo conduttore, trasversale a tutto il romanzo, la fisica, passione profonda del protagonista, che emerge nei continui riferimenti all’astronomia, e che rappresenta per lui il filtro con cui analizza e classifica dentro di sé le persone che incontra, ispirandosi ai pianeti, alle stelle, alle nebuolse. Così Luce, sembra “Proxima Centauri, la stella più vicina al sole”, Picaturi, l’editore aspro e pieno di sé è un Blazar “un oggetto quasi stellare che brucia. Una sorgente altamente energetica: un nucleo galattico attivo con un buco nero supermassiccio al centro. Vive detronizzando la materia altrui e l’annichilimento della stessa è companatico alla propria affermazione”. E Marinaè Betelgeuse, la seconda stella più luminosa della costellazione di Orione, una Supergigante rossa che può essere osservata anche a occhio nudo dalla terra, perché brilla 100.000 volte più del sole. In poche parole, sembra abbordabile, ma sempre irraggiungibile resta”.

Ma il filo conduttore più incisivo è il tempo. Il tempo percepito come dimensione secondo la teoria di Einstein, un tempo nel quale si può viaggiare, metaforicamente come fa Mathias per tutto il romanzo tornando indietro nella propria infanzia, attraverso vari flashback.

Mathias è un protagonista bellissimo, perché non perfetto, emblema dell’antieroe, fragile, sensibile, timido, pauroso, profondamente insicuro, si trascina nella maturità le cicatrici di un rapporto conflittuale col nonno, figura austera, rigida, implacabile, dominata da un’ossessione che ha trasmesso sul nipote prediletto. Severità che nasce da un affetto incapace di esprimersi come tale ha prodotto un amore filiale profondo celato da una superficie di odio e insofferenza. Il giovane è diventato così un adulto irrequieto, caratterizzato da “una gentilezza forzata, un’accondiscendenza cui mi ha piegato il nonno ponendomi a forza in un gradino più basso rispetto all’umanità, scompensato, sempre in difetto”.

L’evento scatenante la trama accade nelle prime pagine: Mathias, aspirante scrittore, ha dedicato anni alla stesura di un libro sul tempo che intende pubblicare per riscattarsi da quella sensazione di insufficienza che lo caratterizza. Quel libro è contenuto in un file sul suo computer portatile, ma il computer gli viene rubato. A quel punto, dopo la disperazione iniziale, il giovane cerca di rintracciarlo rivolgendosi a case editrici e scrittori ai quali lo ha mandato in forma cartacea per una valutazione.

qualcuno, acidamente, gli fa notare che “se questo romanzo non esiste né su chiavetta, né su mail, né su carta, c’è una sola conclusione desumibile, questo libro non esiste”. Ebbene, la risposta o meglio, la replica a questa frase, pronunciata dalla persona più negativa del romanzo, si ha nelle ultime parole del libro: “Nessun libro smette di esistere, dal momentio in cui è stato scritto”.

Una serie di eventi disegnano un appassionante intreccio giallo travolgendo il protagonista – e il lettore con lui – in un crescendo di tensione continuo.