La ragazza della golena, di Saverio Gamberini (Freccia D’Oro edizioni)

La ragazza della golena, di Saverio Gamberini (Freccia D’Oro edizioni)

La ragazza della golena, di Saverio Gamberini (Freccia D’Oro edizioni)

Con un suggestivo effetto cinematografico, l’autore introduce l’ambiente storico-geografico del suo secondo romanzo partendo da una prospettiva remota, le origini primordiali del Delta del Po fatto di “quella sabbia portata a valle nel corso dei secoli dai rami terminali del Po, mescolandosi alle foglie e ai relitti di rami e tronchi”; a poco a poco stringe sempre più l’inquadratura, soffermandosi sul critico XVIII secolo del dominio austro-ungarico che si spinse anche in quelle terre, poi sui due conflitti mondiali, indugiando ancora sugli anni ’50, sul passaggio dai latifondi alle piccole aziende agricole ed alla prima fornace artigianale che era in grado di convivere pacificamente con l’anima contadino-ittica di quella terra; poi il focus raggiunge gli anni ’70 con la traumatica invasione industriale che chiude la fornace e sposta il lavoro a Milano, costringendo la gente alla scelta fra il pendolarismo e la rinuncia al lavoro.

Qui, la panoramica storico-sociale si ferma e lo scenario che fa da sfondo alla nuova avventura di Amilcare Barca (conosciuto nel primo romanzo dell’autore, Il paese delle vongole) è così approntato.

È un ambiente nel quale sussistono due comunità: quella dei paesi come Goro, che hanno saputo e potuto svilupparsi nel tempo e quella della golena, area in cui si rifugiavano coloro che non potevano permettersi di abitare nel paese vero e proprio.

È in questo territorio al di qua e al di là degli argini del fiume che vivono i protagonisti di questo suggestivo giallo sociale: persone semplici che stanno accogliendo l’evoluzione moderna, senza riuscire ancora a tagliare le radici col passato contadino: Agnese che si guadagna da vivere col ricamo ma che sente il fascino del giovane scapestrato Egidio; la paciosa signora Desolina, che sogna di vedere i luoghi da cui provengono i suoi genitori, l’Eritrea; Ulrico, pescatore di vongole, vedovo e padre premuroso anche nel suo carattere introverso; il figlio Giovannino, quindicenne ancora immaturo, infatuato di Agnese ma incapace di essere quella persona disinibita e seducente che potrebbe piacerle; infine Temistocle, il barista, capace di ascoltare, di vedere, di capire e di parlare quel tanto che è opportuno. Splendidi personaggi la cui vita semplice e dura viene sconvolta da una serie di eventi dolorosi apparentemente fortuiti.

Al ritrovamento improvviso del corpo senza vita di Calisto, uscito in barca per pescare e non ritornare più, c’è una triste accettazione dell’evento e nessuno si preoccupa di approfondire le cause della morte sebbene sia stato ritrovato il proiettile di un fucile mitragliatore AK 47. Passano i mesi. Il paese e la golena hanno continuato a vivere la loro vita, fino a quando una serie di episodi non riapre il discorso sulla morte di Calisto portando a poco a poco alla scoperta dei particolari che finiscono per trasformare un incidente di caccia in un omicidio. E quell’omicidio è come un sasso gettato nell’acqua che apre uno dopo l’altro i cerchi concentrici di altri diversi delitti.

La figura di Amilcare Barca, già protagonista del primo libro di cui questo è un prequel, è perfettamente calata nel contesto ambientale. Pur provenendo da fuori, Amilcare è il medico del paese, è la cultura, l’osservazione distaccata ma nello stesso tempo la garanzia di fiducia e comprensione. Non è di loro ma è come se lo fosse. Viene così assorbito dal turbinìo di sventure che colpisce il paese rivelando a lui che “si era laureato con una tesi sulla lebbra perché pensava che la sofferenza fosse in Africa (…), quanto dolore nascondono i meandri della vita quotidiana delle cosiddette persone normali”. E fornisce il traino ad un’indagine che stava nascendo spontaneamente dalla gente. Ogni personaggio ha una personalità spiccata nella sua contadina semplicità, è forte e fragile allo stesso tempo, sa lottare spesso più per i propri famigliari che per se stesso come Veronica, il personaggio più sofferto, che ha accettato la violenza come prezzo per pagare la pace di chi le stava vicino.

Il dramma che il paese e la golena si trovano ad affrontare offre a lei e ad altri la via del riscatto.