Jolanda, la figlia del Corsaro Nero di Emilio Salgari
Fin dai primi capitoli si percepisce una forte sensazione di attesa per il personaggio principale del terzo episodio della Saga dei Corsari delle Antille.
Jolanda, figlia del Corsaro Nero, è al centro delle trame del fratellastro, il conte di Medina nuovo governatore di Maracaybo. Nella prima parte, la sua presenza è molto passiva nell’ambito dell’avventura generale, dove il suo ruolo è più che altro psicologico, d’incoraggiamento e di ispirazione per i filibustieri. Solo quando rimane naufraga con Morgan ferito, Jolanda si esprime in tutta la forza della sua personalità ed è la prima volta che in un romanzo di Salgari, una donna svolge un ruolo così virile ed attivo: normalmente i personaggi femminili più famosi (Marianna, Ada, Surama, Honorata) sono puri ideali di amore, bellezza e sensualità. Mai un personaggio femminile aveva assunto la veste di eroina. Finora erano sempre stati gli uomini ad agire per le donne amate, a proteggerle, ad ispirarsi loro. Qui, per la prima volta, è una donna a prendere l’iniziativa, è lei che aiuta e protegge l’eroe ferito ed impotente, è lei che lotta ed agisce. Questa è la grande novità di Jolanda, che tuttavia emerge così potentemente solo nelle pagine centrali del romanzo. Prima e dopo, rimane fuori dai riflettori principali, più classica ma pur sempre splendida figura femminile salgariana.
Accanto a Jolanda, altri personaggi conducono una trama avvincente e originale: oltre Wan Stiller e Carmeaux – dei quali, specialmente quest’ultimo, richiamandosi alle caratteristiche di Janez, va diventando una figura di spicco e dalla fortissima ed irresistibile personalità – è da citare il personaggio secondario di Don Raffaele, uno dei più riusciti dell’epopea dei corsari. E’ una figura debole, del tutto indifesa, molto timorosa, senza alcuna delle ormai stereotipate qualità eroiche di tutti i personaggi positivi salgariani. La sua posizione non è nettamente contro o nettamente a favore della filibusteria, come di consueto: sempre sballottato dai filibustieri, scompare e ricompare di continuo, sempre per cause da lui indipendenti, sempre più o meno contro la sua volontà; sta con loro, un po’ perché costretto, un po’ perché affezionato, ma la sua motivazione principale rimane sempre la propria sicurezza, cosa che lo rende amabile, umano e molto moderno.