Una gioia, di Lea Landucci (Sperling & Kupfer)
Questo romanzo è una fiaba, una fiaba dei nostri giorni raccontata con brio e freschezza dalla moderna principessa che l’ha vissuta sullo sfondo di una Roma già assediata dalla pandemia e dal lockdown. Lei si chiama Cristina, lavora in ambito informatico e vive a Firenze; è una trentenne emancipata ma disillusa a causa della prostrazione in cui è finita dopo una relazione sbagliata. Ne è uscita ferita nell’anima e cinica nei confronti degli uomini con i quali non vuole avere più niente a che fare. Ma dopo un incidente all’aeroporto da cui esce ferita, questa volta fisicamente, finisce in ospedale e qui conosce chi l’ha soccorsa… il suo principe bianco. Lui è Alex, un medico ortopedico che ha appunto un camice bianco, trentasette anni, una bambina petulante di nome Gioia, un’ex moglie un po’ narcisista nonché un ex suocero parecchio ingombrante ma ha soprattutto voglia di curare e conquistare la ragazza ferita dalla quale si sente molto attratto. Partendo da questi presupposti, la storia si snoda con la verve e la vivacità tipiche del romance, il romanzo accattivante e spensierato tanto amato dal mondo femminile. Il successo di questi libri si deve a quelli che sono considerati un po’ i capostipiti del genere, “Il Diario di Briget Jones” di Helen Fielding pubblicato nel 1995 e “I love shopping” di Sophie Kinsella (pseudonimo di Madeleine Wickham) uscito pochi anni dopo, nel 2000. Entrambi scrittrici britanniche, con i loro romanzi ricchi di sequel hanno dato vita a un filone narrativo battezzato chick lit (letteratura per ragazze) giocato su toni brillanti e giocosi, ricchi di situazioni spassose se non addirittura paradossali ed esilaranti. L’impennata nelle loro vendite ha decretato il successo di questi diari al femminile che permettono alle lettrici di immedesimarsi con la protagonista, quasi sempre alle prese con una varietà di problemi che si risolveranno più o meno al momento dell’incontro con l’uomo giusto. Più recentemente hanno iniziato a cimentarsi in questo genere anche scrittrici italiane tra le quali rientra appunto Lea Landucci, autrice di “Una gioia”, chick-lit cross-sequel di “Mai una gioia”. Nel romanzo, i due protagonisti visita dopo visita iniziano a conoscersi meglio e quando termina il rapporto medico-paziente, il giovane ortopedico si fa coraggio e comincia a corteggiare la ragazza.
Convintissima che con Alex non se ne farà niente, Cristina, aiutata, sorretta, stimolata e pompata dalle sue due grandi amiche Daniela e Sabrina che la incitano a buttarsi in questa relazione, comincia a vedere in Alex un uomo diverso, premuroso e affettuoso così decide di lasciarsi andare: potenza dell’amicizia! Ma le cose fin dall’inizio non saranno facili! Non lo saranno anche se lei ha cominciato ad apprezzare e frequentare il bel medico tanto garbato, bello e perfino sexy che la riempie di attenzioni. Non lo saranno soprattutto perché c’è di mezzo la figlia Gioia che Alex adora, ma con la quale Cristina è consapevole di non poter competere dato che si tratta di una bambina sveglia e intelligentissima, di quelle che hanno un quoziente intellettivo superiore alla media e che parla come un’enciclopedia. Non lo saranno perché Cristina non ama i bambini, anzi, proprio non li sopporta e quindi sa che il progetto storia con Alex è destinato a fallire in partenza. Ma subentreranno in seguito situazioni e colpi di scena che la porteranno a rivedere queste sue considerazioni. Non scomodiamo troppo ”Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen, ma Cristina ricorda un po’ Elizabeth Bennet, la ragazza intelligente e impertinente protagonista del romanzo, che mal giudica gli uomini, salvo poi ricredersi. Condito da dialoghi rapidi e spassosi, scritto in modo scorrevole, il romanzo si legge bene capitolo dopo capitolo anche perché nelle sue pagine troviamo stati d’animo che appartengono a ciascuno di noi: fragilità, timori, ansie, insicurezze e debolezze con le quali tutti dobbiamo fare i conti. Il carattere di Cristina un po’ alla volta si addolcisce grazie a una presa di coscienza di sé che le darà maggiore sicurezza e riuscirà perfino a diventare più tollerante con la bambina rivalutando, grazie a lei, l’intero universo infantile. Come nella maggior parte dei romanzi rosa, tutto procede in modo brioso e scoppiettante e i due ragazzi troveranno un buon equilibrio di coppia. Beh, ogni tanto letture così ci vogliono, fanno bene all’anima perchè la leggerezza e l’ironia che le caratterizzano aiutano a ridimensionare difficoltà e problemi. Dunque “Una gioia” è un libro da aprire per una lettura capace di offrire emozioni e suggestioni, sicuramente un libro divertente in cui si rispecchia il mondo delle contemporanee millennial. Come nella maggior parte dei romanzi rosa tutto andrà a finire bene: certo, la fiaba avrà il suo lieto fine, ma… che fatica arrivarci!