L’altroquando, di Adriano Gabellone e Roberto Vaccari (Onirica)
Scrivere un romanzo a quattro mani non è sempre facile: si rischia di mescolare due idee diverse innestate su stili divergenti mentre per fare un buon libro è necessario armonizzare l’impianto della storia integrandosi con lo stile del coautore. Poi si devono bilanciare le diverse competenze e condividere lo sviluppo della trama e della densa cornice che inquadra il tutto. E’ quello che sono riusciti a fare Adriano Gabellone e Roberto Vaccari mettendo a punto, per la collana Visioni dell’editore Onirica, L’altroquando, un libro ucronico incentrato sulla biforcazione temporale che si snoda dal 2045 al 1994, esplorando e arricchendo con avvenimenti immaginari un territorio storico molto praticato dagli scrittori ucronici: quello della seconda guerra mondiale.
Ucronico è un aggettivo poco conosciuto che etimologicamente risale al sostantivo ucronia, una parola nata sul modello linguistico di utopia coniata utilizzando il termine greco topos che significa luogo, preceduto dalla u privativa e sta a indicare un “non-luogo”, un luogo che non c’è. Utopia è dunque un assetto politico immaginario esemplare, come quello dato da Tommaso Moro nel 1516 alla sua città ideale. Il suo contrario è distopia, un assetto politico proposto come modello di civiltà negativa, indesiderabile. Per capirci: è distopico il romanzo 1984 di Orwell, una storia di fantascienza in cui si racconta un mondo futuro senza speranze. Sulla base di questo modello linguistico è nata nell’Ottocento la parola ucronia: la sua etimologia la fa derivare dal greco antico: kronos, tempo e la u sta a significare non, senza, quindi l’ucronia è un non tempo, un tempo che non esiste e allora un altroquando… E’ pertanto ucronia domandarsi cosa sarebbe successo SE Romolo non avesse ammazzato Remo o SE Mussolini avesse continuato a fare il maestro o SE Hitler avesse vinto la II guerra mondiale… Tutte queste storie girano intorno a un periodo storico in cui a un certo punto si realizza una divergenza temporale, c’è quel SE che dà all’autore l’input per lanciarsi in un contesto di scenari alternativi.
L’altroquando, il bellissimo titolo di questo libro, restituisce da subito al lettore l’idea di avere tra le mani un racconto che lo farà viaggiare su sentieri storici conosciuti, pronto poi ad aprirsi in sorprendenti quadri paralleli molto lontani da fatti accaduti realmente. E dunque l’Altroquando si propone come un romanzo ucronico, distopico, fantascientifico e fantapolitico, un’avventura che ha inizio in un futuristico universo con una sorta di fiabesco mezzo magico, una misteriosa macchina che è la chiave del mistero su cui si incentra la storia. Il protagonista è Hans von Carell, un ragazzo di famiglia nobile, altolocata e ricchissima, un giovane militare tedesco legato agli ideali della sua razza e molto fiero del fatto che la sua Germania, vincitrice della seconda guerra mondiale, sia al centro del mondo civilizzato. Arrivato negli Stati Uniti, che è una nazione ora degradata, viene subito rapito da un misterioso scienziato che gli rivelerà di avere messo a punto una macchina del tempo e di avere scelto lui per una missione incentrata proprio su quanto questa sua invenzione sarà in grado di fare. Costui è lo stesso scienziato che nel 1944 aveva già dato a Rommel un’idea di strategia militare ipotizzando di saper costruire un apparecchio in grado di viaggiare nel tempo. Ma chi è questo strano scienziato e in cosa consiste il suo piano? Davvero interesserà le sorti di tutto il mondo? E Hans riuscirà a portarlo a termine pur avendone scoperto le terribili conseguenze per l’intera umanità? Il libro si snoda tra questi interrogativi in cui il lettore si addentra pagina dopo pagina attraverso una lettura scorrevole, tuffandosi in una storia ricca di colpi di scena e incontrando personaggi storici conosciuti ma qui non scontati.
Sorretto da una solida struttura ben congegnata e da una scrittura densa ed elegante, il libro sa farci entrare nella narrazione come spettatori consapevoli di assistere a eventi mai accaduti ma ipotizzati come possibili. E’ dunque una lettura piacevole e intrigante, una storia in cui tutto è rivedibile, con ipotetici mondi alternativi e affascinanti sovvertimenti storici in grado di trasportare anche noi nell’altroquando.