Le piste di carta, di Mauro Maggiorani (Il Margine)
Siamo a Borghetto di Romagna, un paese immaginario della Valmarecchia tra Ravenna e Rimini.
Miro Casadei, il protagonista, è separato, ha una figlia con la quale cerca di creare un dialogo reso complicato dalla distanza, ha una responsabile dal carattere puntiglioso e difficile e un amico gigantesco, muto, ma molto leale.
Miro Casadei non è un detective: è un ispettore archivistico onorario e lavora per conto del Ministero dei beni culturali, che lo porta a studiare carteggi antichi e moderni, commerci clandestini di beni di varia natura e altri segreti di famiglia.
Un giorno il Ministero lo incarica di prendere in mano l’archivio dei fratelli Adelmo e Saturno Rosati, che furono dirigenti nella Romagna fascista, con l’obiettivo di ristabilirne la verità storica e riabilitare l’immagine di famiglia dopo tanti anni di isolamento dovuto al loro passato.
Ma la verità, come spesso accade, ne rivela delle altre che costringeranno Miro a iniziare una vera e propria indagine, dai risvolti spesso pericolosi: rimasto inaccessibile per settant’anni infatti l’archivio svelerà una storia di vendette e sparizioni risalenti al secondo conflitto mondiale. Segreti che potrebbero mettere a repentaglio perfino la vita dell’ispettore.
Mauro Maggiorani, docente di Storia contemporanea all’Università di Bologna, ed in passato anche Direttore dell’Istituto storico della resistenza e della società contemporanea, mette in piedi un romanzo dalle tinte noir di certo fuori dal “classico” circuito conosciuto (un detective + un colpevole + un intreccio per arrivare alla soluzione).
Ma “Le piste di carta” è un giallo fortemente introspettivo, di cui rimarrete sorpresi a mio avviso per tre motivi:
Innanzitutto per i personaggi, tutti descritti nelle loro particolarità caratteriali con vizi e virtu’. Starà al lettore scegliere da quale parte stare.
Secondo, perché l’intreccio c’è anche qui ed è molto complicato, con episodi non previsti e risvolti inaspettati che naturalmente non intendo raccontarvi.
Terzo, perché oltre ad essere appassionante, questo romanzo ci permette di acquisire nozioni, informazioni e scenari legati alla nostra Storia che solo uno studioso come Maggiorani poteva inserire in un racconto di fantasia. Per esempio, tutti sanno cos’erano i copia lettere?
Da leggere senza fretta con particolare attenzione a tutto quello che accade, come in un film.