L’ombra del re e la mano della regina, di Elle Elisabetta Laffi (EDDA)
Secondo capitolo della seconda serie dell’autrice bolognese Elisabetta Laffi, che nelle sue protagoniste riversa tutta se stessa, senza problemi a rivelarlo, anzi, sottolineando come sia Mia (della prima serie) che Eva siano suoi avatar. Perchè? Perchè la scrittura è per lei un modo di sognare e vivere i propri sogni. Ed il bello, il magico, dei suoi libri è che riescono a far sognare e vivere i propri sogni anche ai lettori. Perchè sono scritti con semplicità, con immediatezza e stile garbato. L’onda della fantasia cavalcata da Elle è alimentata dalle sue passioni: storia antica, musica, letteratura. Se Mia, filologa e bibliotecaria seguiva la via di testi letterari, Eva, archeologa e giornalista, segue la via dei siti archeologici, soprattutto in questo secondo romanzo, che si svolge quasi interamente a Ninive, dove viene inviata dalla rivista Archè per un reportage sugli scavi in corso nel palazzo del re Sennacherib.
Questo sovrano, salito al potere nel 704 a.C. succedendo a Sargon II, all’epoca della potenza assira, conquistò e distrusse Babilonia, scegliendo Ninive come capitale, dove fece costruire, fra le tante opere e infrastrutture (templi, mura, palazzi, arsenale, acquedotto) il cosiddetto Palazzo senza Eguali. Le fonti storiche – peraltro al confine con la leggenda – della Bibbia e delle Storie di Erodoto tramandano l’uccisione di Sennacherib ad opera di due suoi figli per ovvi motivi di successione al trono. Da qui prende spunto Elle per inventarsi un percorso tutto suo sulle tracce di una misteriosa tavoletta in cuneiforme. E’ di nuovo un cold case per la protagonista che nel primo libro aveva indagato sulla morte di una giovane nel periodo fra le due guerre mondiali. Questa volta, addirittura, oltre al cold case di oltre duemila anni fa, Eva si trova ad indagare anche su un caso del tutto contemporaneo, collegato a quello antico: quando un membro del team archeologico viene trovato morto ed il medico riconosce i segni di avvelenamento, rimane sconvolta perchè pensa di sapere quello che potrebbe essere il movente dell’assassinio. La vittima stessa, infatti, le aveva rivelato una scoperta di grande importanza storica che avrebbe potuto rivelarsi molto scomoda per qualcuno. Per questo, Eva decide di indagare per conto proprio, accettando solamente l’aiuto di Dario, il giovane archeologo di cui è profondamente innamorata. L’indagine consentirà loro di tenere provvisoriamente sopita la riflessione che si sono proposti di fare sul proprio rapporto; o meglio che Eva vuole fare, perchè ossessionata da una profonda indecisione per motivi che in fondo non sono chiari neppure a lei e che soltanto alla fine del romanzo le si profileranno più netti grazie alle parole di alcuni colleghi di scavo.
Con Dario inizia così una caccia al tesoro che li porta in un cunicolo sotterraneo del Palazzo senza Eguali. Un cunicolo nel quale Eva tornerà da sola, quando il suo orgoglio, il suo egocentrismo, la sua paura di essere delusa, la porteranno a rivestire di sospetti quella che è solamente la sua fragilità. Si ritroverà infatti a dubitare di tutti, addirittura di Dario, dimostrando quanto sia profondamente insicura e ottenebrata, tanto da usare il dubbio per autorizzarsi, inconsciamente, a ritirarsi in se stessa, per non dover fare i conti con la parte più intima di lei, quella più coraggiosa che vorrebbe farsi strada attraverso le paure e le incertezze.
Il linguaggio di Elle è tipico: curato nella struttura delle frasi, guarnito di sfumature lessicali forbite che gli danno un tocco rétro, con la “penna ironica” sempre a portata di mano. Importantissimi sono i dialoghi, nei quali l’autrice riesce a mettere parole e sguardi insieme nell’atteggiamento comunicativo dei personaggi: c’è una sensibilità particolare che si esprime e percezioni sensoriali sottopelle: emozioni di empatia o disgusto, di accoglienza o di distanza, restituite d’impulso nella narrazione della protagonista.
Anche gli stralci divulgativi storico-scientifici – peculiari dell’autrice – sono affidati ai dialoghi fra i protagonisti, così da essere recepiti dal lettore con naturalezza: ci si sente davvero proiettati nel periodo della grande potenza assira.
E, in sottofondo alla voce, non poteva mancare la colonna sonora: la musica, classica, lirica, pop, è sempre presente nei romanzi di Elle, più o meno dominante, ma fortemente significativa. Così come le citazioni letterarie che recuperano il patrimonio culturale classico tanto caro alle sue eroine.