Persone, Enneagramma e passaggio generazionale, di Gianluca Sardelli (Youcanprint)

Persone, Enneagramma e passaggio generazionale, di Gianluca Sardelli (Youcanprint)

A partire dalla propria esperienza di geometra e consulente, Gianluca Sardelli, esperto di comunicazione e Project Management, propone una serie di riflessioni personali per offrirci un approfondimento, un diverso punto di vista, un’idea del tutto nuova su un binario tuttavia imprescindibile, quello della comunicazione positiva ed efficace: “Le persone, nella loro essenza più profonda, sono comunicazione: dobbiamo tutti imparare il rispetto per l’altro; abbiamo il dovere di traformare I nostri comportamenti, sia individuali, sia professionali, da un approccio di tipo competitivo ad un approccio di tipo collaborativo, dove l’interconnessione e l’interdipendenza siano i nostri obiettivi quotidiani”.
Si tratta di una raccolta di articoli pubblicati su riviste e blog online dal 2016 al 2023: un tesoretto di vissuto personale che resta sempre attuale. Perchè, se cambiano le tecnologie, le condizioni dei mercati, le normative, qualcosa resta sempre uguale: la persona. E proprio le persone sono il fil rouge che unisce tutti questi articoli, nati in periodi storico-socio-economici profondamente diversi. Persone è infatti la prima parola del titolo che mette chiaramente al centro l’individuo, come portatore di caratteri che qui vengono accennati come enneatipi. Ma solo superficialmente per dare una prima idea al lettore di quello che è uno degli “strumenti del mestiere” di Gianluca, nella sua attività di consulente e formatore, l’Enneagramma, da lui chiamato anche bussola relazionale .

Gli articoli toccano vari argomenti sempre con un approccio chiaro, completo, arguto e originale. Lasciano idee, spunti, cambi di focus in quella che è la quotidianità lavorativa di persone sia che si trovino da un lato della “barricata”, dipendenti, sia che si trovino dall’altro, datori di lavoro e manger HR, perchè la comunicazione è, a ben vedere, lo strumento più democratico che ciascuno di noi possa avere.

Gli articoli sono spesso arricchiti da brevi excursus storici che danno riscontro dell’approfondimento che l’autore usa nel proprio approccio comunicativo ed anche della sua solida base culturale.

Si parla delle origini di quello che oggi, con uno dei tanti inglesismi usati nel mondo del lavoro, chiamiamo Project Management che nelle considerazioni che ne fa l’autore risulta un metodo applicabile non solo in azienda, ad alti livelli strategici, ma anche dai singoli ed anche nella vita privata. Perchè il triplice vincolo – tempi, costi, qualità – agisce con le sue forze molto più spesso di quanto ci immaginiamo: ogni volta che dobbiamo prendere delle scelte, iniziare dei lavori, fare acquisti importanti.

La delicatezza e complessità delle dinamiche relazionali in azienda e nella vita privata emergono ancora più evidentemente nel cosiddetto passaggio generazionale (che è il terzo elemento del titolo del libro), ossia la sopravvivenza di una piccola-media impresa al suo fondatore nel momento in cui questi vuole cessare l’attività. Se ha dei figli non può non venirgli spontanea l’idea di vederli prendere le redini al suo posto. Ma la cosa non è così semplice. L’impresa (e pensiamo a quale significato esprima questa parola: sfida, scelta, azione, iniziativa, fatica) non è un testimone che ci si passa in un istante. Ci vuole un processo molto lungo fatto di obiettivi, deleghe, fiducia, collaborazione. E non dimentichiamo – sottolinea l’autore – che tra la generazione dei millennials (nati dagli anni 90 ai primi anni 2000) che rappresentano la prima generazione di nativi digitali e quella precedente, i cosiddetti boomer, c’è un abisso rispetto alla differenza che intercorreva fra generazioni dei decenni e secoli scorsi: “Bisogni, aspirazioni, leve motivazionali, oggi sono differenti per ogni persona. Questa nuova generazione è molto frammentata, quindi per costruire un dialogo con i nativi digitali serve molto impegno e la loro disponibilità”. E poi c’è l’ingrediente segreto: la motivazione: “questa è la benzina che fa muovere il mondo!” E la motivazione non è solo (quando c’è) intrinseca all’individuo; può esservi introdotta, sollecitata, gratificata e quindi potenziata, “generando un sogno”.

Dopo tanti articoli scritti sulla base dell’esperienza professionale di Sardelli, avvince e commuove il capitolo Come sono diventato un professionista  scritto sulla base dell’esperienza umana di Gianluca: l’interruzione degli studi a 15 anni, gli anni del lavoro, gli interrogativi echeggianti su “Come funziono?” (domanda più interessante di “chi sono?” perché richiama l’elemento attivo e interattivo oltre quello puramente ontologico dell’individuo); e ancora nuove passioni emergenti per la filosofia, la psicologia, la sociologia, la difficile decisione di riprendere gli studi e poi iscriversi all’Università e frequentarla insieme a ragazzi di almeno dieci anni più giovani, fino al premio finale, la laurea cum laude in Sociologia. Aveva ragione il padre: “Gianluca, se non spremi il limone fino in fondo, non saprai mai quanto succo può darti”.